Da "Medici in prima linea" a "Medici in prima pagina".
L'impatto negativo della notizia di malasanità sull'utenza
DAVIDE DE VITA - GENNARO AURIEMMA - MARIKA CALENDA (*)
U.O. Ginecologia-Ostetricia, P.O. S. Francesco D'Assisi, Oliveto Citra, Salerno, ASL SA 2
(*) Facoltà di Sociologia, Università degli Studi Federico II, Napoli
Cresce il ruolo dei mezzi di comunicazione come fonte
di informazione sulla salute; in particolare, aumenta il
ruolo della televisione e di internet come fonte di informazione
sulla salute, ma ben il 46.6% degli italiani è consapevole
del rischio di confondersi o di ricevere notizie errate
e delle conseguenze che ciò può comportare, sul rapporto
di fiducia con i medici, incrinandolo.
Per questo è importante
che il cittadino si affidi a fonti di informazioni affidabili,
rappresentate in primo luogo dal contatto diretto con
i medici e poi dalla selezione di letture scientifiche di qualità.
Tutti questi aspetti del rapporto tra italiani, mezzi di
comunicazione ed informazione sanitaria sono stati analizzati
nell'indagine sulla Nuova domanda di comunicazione
sulla salute condotta annualmente dal Forum per la
Ricerca Biomedica e dal Censis, in cui è emerso che in tre
anni, è raddoppiato l'uso della televisione come fonte di
informazione sulla salute; mentre internet è salito di 6.5
volte.
Le informazioni che arrivano da TV, giornali, riviste
più o meno dedicate alla salute, influenzano i comportamenti
e gli stili di vita. In base all'ultima rilevazione del
Censis relativa al 2005, salute e medicina sono gli argomenti
che, secondo il 26.8% degli italiani riscuotono il
maggior interesse tra i lettori dei settimanali, con un incremento
significativo del 17.2% rispetto al 2001. Il 59%
degli italiani dichiara infatti di prestare sempre attenzione
quando si parla di salute.
L'IMPATTO NEGATIVO DELLA NOTIZIA DI MALASANITÀ SULL'UTENZA
Sempre più spesso, la stampa bersaglia la classe medica
con articoli di malasanità, amplificando gli errori dei medici
e le cattive condizioni delle strutture sanitarie.
L'articolo del
"Il Sole 24 ore" del 2004 dal titolo "Medici sotto accusa,
dodicimila le cause aperte con i pazienti per errori medici"
(Fig. 1), riassume la particolare condizione delicata in cui si
viene a trovare la classe medica nei confronti dell'opinione
pubblica, raccontata dalla carta stampata.
I dati del Politecnico
di Milano contano pari a dodicimila cause pendenti
per errori medici, settemilaottocento sinistri denunciati dalle
assicurazioni professionali in un anno e trecentoventimila
pazienti che riportano danni o malattie per errori medici od
errori organizzativi.
IL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE E LA NOTIZIA
La notizia di malasanità ha modificato il rapporto medicopaziente, deteriorandolo. Tra le professioni mediche maggiormente bersagliate dalle notizie di malasanità troviamo l'ostetricia-ginecologia, la chirurgia generale, la chirurgia estetica, l'ortopedia e l'anestesia e rianimazione. Tale fenomeno, ormai in crescita esponenziale, ha completamente modificato il comportamento dei medici, divenendo difensivistico, come conseguenza dell'atteggiamento colpevolistico dei pazienti.
L'INFLUENZA DELL'EVOLUZIONE DELL'ETICA IN MEDICINA SUL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE
In medicina l'etica è venuta a modificarsi sia per il medico
che per il paziente. Infatti, in epoca pre-moderna la buona
medicina era definita "Quale trattamento porta maggior
beneficio al paziente"; in epoca moderna è definita "Quale
trattamento rispetta il malato nei suoi valori e nell'autonomia
delle sue scelte"; in epoca post-moderna è definita
"Quale trattamento ottimizza l'uso delle risorse e produce
un paziente/cliente soddisfatto".
L'ideale medico in epoca
pre-moderna era definito "paternalismo benevolo", in epoca
moderna "Autorità democraticamente condivisa"; in epoca
post-moderna "Leadership morale, scientifica, organizzativa".
Il paziente da "obbediente" in epoca premoderna, è
passato ad essere considerato in epoca moderna "partecipante",
ed in epoca post-moderna "cliente giustamente soddisfatto
e consolidato". Il principio di beneficenza consiste
nell'obbligo etico del medico a promuovere la salute ed
il benessere del paziente.
Il principio di non-maleficienza,
ovvero l'obbligo del medico a non nuocere il paziente. Il
principio di giustizia consiste nell'obbligo etico del medico
a trattare i pazienti onestamente, valutandone l'impatto non
solo sull'individuo ma anche sulla società (in considerazione
anche delle risorse disponibili).
RIPERCUSSIONE SUL CONSENSO INFORMATO
Il consenso informato che si basa sull'informazione e
poi dalla decisione all'atto medico-chirurgico è un principio
indiscusso della giurisprudenza ed è un diritto per il
paziente ed un dovere anche deontologico per il medico.
La IV indagine Censis-Forum per la Ricerca Biomedica ha
quindi investigato su come il rapporto tra cittadino e salute
possa riflettersi anche sul consenso informato: la maggioranza
dei cittadini intervistati ha dichiarato di vedere nel
consenso informato solo un utile adempimento burocratico
(17.4%) o uno strumento di tutela per il medico, che
grazie ad esso può scaricare la responsabilità di un trattamento
terapeutico non riuscito, o addirittura dannoso, sul paziente che lo ha accettato pur conoscendone i rischi
(41.9%). A dichiarare di considerare il consenso uno strumento
utile a migliorare il livello di informazione sulla
malattia è invece il 40.7% complessivo.
Su questo argomento
appare particolarmente evidente la differenza di
opinioni a seconda del titolo di studio. I laureati, infatti,
mostrano di avere un'opinione decisamente più positiva
riguardo il consenso informato: il 52.6% lo considera uno
strumento che migliora il livello di informazione sulla
malattia. Peraltro, questa differenza di opinione suggerisce,
secondo il rapporto, che il problema risieda, almeno
in parte, nell'inadeguatezza dei linguaggi e delle modalità
comunicative dei medici, capaci di confrontarsi con più
facilità con i cittadini più scolarizzati ma in difficoltà
quando si tratta di trasmettere il significato del consenso
informato ai cittadini meno istruiti. Tuttavia, anche se la
maggioranza dei cittadini intervistati ritiene che sia opportuno
procurarsi il maggior numero di informazioni possibile
per decidere automaticamente della propria salute
(53.4%), il 46.6% di essi riconosce il rischio della confusione
insito in un eccesso di informazioni non mediate dal
medico.
Perché si realizzi una comunicazione è richiesto
che vi sia interattività e scambio, che si crei un contatto
e vi sia trasmissione reciproca di qualcosa, la presenza di
qualcosa di comune, la condivisione di idee e sentimenti.
Sono tre i momenti eticamente significativi della comunicazione
medico-paziente che rispettivamente prevedono: il
riconoscimento dell'altro come persona, qualcuno di estremamente
prezioso e degno di rispetto, da considerare nella
sua totalità e integrità; la costruzione di una vera e propria
alleanza terapeutica, con l'identificazione di un compito
comune, condiviso e definito: il miglioramento o la riconquista
della salute; la diversificazione e accettazione dei
rispettivi ruoli: da una parte chi cura, dall'altra chi ha bisogno
di essere curato.
La comunicazione in Sanità è ormai considerata elemento
imprescindibile del processo di miglioramento della qualità
dell'assistenza. La comunicazione al malato non ha un significato
puramente informativo, ma rappresenta un valore in
sé, in quanto destinata a favorire la crescita della relazione
interpersonale. La comunicazione tra medici e pazienti è un
grosso nodo etico, prima che un problema di virtù personali,
di tecniche comunicative e di organizzazione assistenziale.
La sentenza della Cassazione Penale Sezione IV, n. 731,
2001 conclude che il medico è tenuto a recepire la volontà
della paziente anche quando essa contrasta con la propria
valutazione clinica, ma solo in caso di possibile danno ad
essa. L'impegno professionale al fine di essere corretto e
responsabile, deve non solo essere liberato dall'ansia eccessiva
delle inevitabili conseguenze giudiziarie, ma anche
depurato da assurde pretese di impunità, ed implica ed impegna
ad una capacità tecnica e scientifica adeguata, ma anche
ad una sensibilità deontologica arricchita dai principi dell'etica
della responsabilità.
Oggi l'alleanza medico-paziente
si basa sul principio etico di autonomia del malato, che è alla
base della moderna etica medica. Si rinuncia così al paternalismo
medico che nel corso dei secoli ha visto il medico
sostituirsi, nelle decisioni più importanti, al malato.
Sicuramente, i media giocano un ruolo importante in
questo percorso comunicativo, per cui è intuitivo che, sia
i pazienti che i medici, debbano pretendere di essere tutelati
maggiormente nei confronti di quella stampa che troppo
spesso risulta essere spietata nel rendere pubbliche le loro
vicende.
Correspondenza:
Responsabile Servizio di Uro-Ginecologia
e Chirurgia Ricostruttiva Pelvica U.O.C. di Ginecologia-Ostetrica,
P.O. S. Francesco D'Assisi, Oliveto Citra (SA)
Via Palermo, 29 - 84091 Battipaglia (Salerno)
Tel. 339.8503997 - Fax 0828.793297
E-mail: davidedevita
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