


Il numero completo di Pelviperineologia di Dicembre 2008 in formato PDF

Articolo Originale Le
disfunzioni vescico-sfintero-perineali di Daniele Grassi
L’urologia
funzionale si interessa degli organi del basso apparato urinario e delle
funzioni che essi espletano nel contesto del pavimento pelvico. Le disfunzioni
vescico-sfintero-perineali comprendono le disfunzioni minzionali, il
prolasso degli organi pelvici (POP) e il dolore pelvico cronico.La vescica è un
organo muscolare, il muscolo vescicale è il detrusore. Nella neurofisiologia
della minzione c’è una fase di riempimento in cui l’ortosimpatico
fa distendere il detrusore (recettori ß-adrenergici) e mantiene
chiuso il collo vescicale (recettori a-adrenergici) mentre il pavimento
pelvico mantiene un tono di contenzione (n. pudendo). Nella fase di svuotamento,
il parasimpatico (recettori colinergici) fa contrarre il detrusore, mentre
la inibizione dell’ortosimpatico fa rilasciare il collo vescicale
e detendere il pavimento pelvico. Ciò deve avvenire a basse pressioni
detrusoriali ed alto flusso. [Continua]
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Articolo Originale Le
disfunzioni rettosfinteroperineali di Erica Stocco - Giuseppe
Dodi
Il sistema IPGH (Incontinenze, Pavimento pelvico/Prolassi, fattori Generali, Handicap) proposto nel 1997 dalla Società Interdisciplinare del Pavimento Pelvico (W. Artibani, F. Benvenuti, P. Di Benedetto, G. Dodi, R. Milani), è un metodo di misurazione della severità e della sintomatologia soggettiva ed obiettiva dei problemi del pavimento pelvico, nel contesto di una visione integrata della pelvi, tenendo conto del grado di disabilità e della qualità di vita come elemento fondamentale di scelta delle varie opzioni terapeutiche per le malattie funzionali pelviperineologiche.La base sintomatologica delle malattie del pavimento pelvico sta nei prolassi, nelle ritenzioni e nelle incontinenze. Nel sistema I PGH ad ogni acronimo si associa un grado, mediato dalle classificazioni maggiormente in uso. Ad esempio V sta per vagina, A per ano, ove il prolasso può essere emorroidario (h), mucoso (m), rettale (r) e del cavo di Douglas (edrocele/ed), tutti graduati da 0 a 4; IA sta per incontinenza anale, C per stipsi, ecc. [Continua]
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www.lavocedelpaziente.org La
terapia chirurgica delle emorroidi e della defecazione ostruita fra
realtà e contraffazione di Vittorio L. Piloni
Negli
ultimi anni viene usata da molti chirurghi una operazione chiamata “emorroidopessi
con stapler”. A differenza della emorroidectomia standard, cioè della
asportazione delle emorroidi, che si esegue manualmente, con questa
tecnica che si avvale di una suturatrice meccanica (stapler), non si
asportano le emorroidi, bensì le si riposizionano più in
alto. Inoltre si asporta un cilindro di mucosa rettale prolassata all’interno
del canale anale, fenomeno che può accompagnarsi alle emorroidi.
Il vantaggio di questa operazione è che in genere dà meno
dolore e più breve convalescenza rispetto all’altra. Gli
svantaggi sono che dà più complicanze gravi e che più spesso
le emorroidi recidivano. È quanto emerge dalla revisione sistematica
dei lavori prodotti in letteratura dai vari autori e che mette a confronto
la emorroidopessi con stapler con la emorroidectomia tradizionale.
Fra le complicanze maggiori vanno ricordate le sepsi pelviche che possono
richiedere il confezionamento di una stomia, ovvero di un ano artificiale.
Le più frequenti,
invece sono il dolore anale persistente, l’emorragia post-operatoria
grave, la ragade anale, il prolasso muco-emorroidario. [Continua]
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Pelvic Floor Digest Pelvic Floor Digest di questo numero 
Questa sezione presenta una piccola parte tratta da Pelvic Floor Digest, la pubblicazione online (www.pelvicfloordigest.org) che riporta titoli ed abstracts di articoli legati al pavimento pelvico da oltre 200 pubblicazioni internazionali. L'obiettivo è quello di aumentare l'interesse per tutti i vari compartimenti del pavimento pelvico e sviluppare nel lettore una cultura interdisciplinare.
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