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PERCORSI RIABILITATIVI TEORICO-PRATICI DEL PAVIMENTO PELVICO
L’INTEGRAZIONE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE E CURA
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LE DISFUNZIONI RETTOSFINTEROPERINEALI

Articolo originale: ERICA STOCCO - GIUSEPPE DODI

Clinica Chirurgica II, Università degli Studi di Padova

INTRODUZIONE


Il sistema IPGH (Incontinenze, Pavimento pelvico/Prolassi, fattori Generali, Handicap) proposto nel 1997 dalla Società Interdisciplinare del Pavimento Pelvico (W. Artibani, F. Benvenuti, P. Di Benedetto, G. Dodi, R. Milani), è un metodo di misurazione della severità e della sintomatologia soggettiva ed obiettiva dei problemi del pavimento pelvico, nel contesto di una visione integrata della pelvi, tenendo conto del grado di disabilità e della qualità di vita come elemento fondamentale di scelta delle varie opzioni terapeutiche per le malattie funzionali pelviperineologiche. (Fig.1) .Fig. 1

La base sintomatologica delle malattie del pavimento pelvico sta nei prolassi, nelle ritenzioni e nelle incontinenze. Nel sistema I PGH ad ogni acronimo si associa un grado, mediato dalle classificazioni maggiormente in uso. Ad esempio V sta per vagina, A per ano, ove il prolasso può essere emorroidario (h), mucoso (m), rettale (r) e del cavo di Douglas (edrocele/ed), tutti graduati da 0 a 4; IA sta per incontinenza anale, C per stipsi, ecc.

Il dolore, come le perdite ematiche, sierose, mucose, richiede l'esclusione delle cause organiche (neoplasie, flogosi). Per prolasso si intende tutto ciò che, nel segmento posteriore, può uscire dall'orifizio anale. Impropriamente sono chiamati prolasso anche l'eccedenza mucosa e l'intussuscezione che sono forme occulte. (Fig. 2, 3, 4) .Fig. 1

Forme di prolasso anorettale

A) EMORROIDI:
quattro gradi: 1- interno, 2- riduzione spontanea dopo defecazione, 3- riduzione manuale o spontanea dopo un tempo lungo (minuti/ore), 4- irriducibile.

B) RETTOCELE: protrusione del retto nel centro tendineo del perineo (rc basso) o nella parete posteriore della vagina come (colpocele posteriore). La diagnosi è clinica (non è necessaria la defeco grafia).

C) INTUSSUSCEZIONE: defecografia; secondo il criterio radiologico lo spazio tra invaginante ed invaginato deve essere almeno 1 cm.

D) PROLASSO MUCOSO: mucosa del retto inferiore in eccesso, tende verso il canale anale; occulta o manifesta, associata ad emorroidi o a prolasso rettale completo.

E) PROLASSO ANO-RETTALE: è visibile la linea pettinea e il canale anale prossimale e distale. Possono esserci emorroidi che rimangono interne o fuoriescono.

F) PROLASSO RETTALE COMPLETO.

(Fig. 5).Fig. 1


RETTOCELE

All'esplorazione rettale il dito può evidenziare una sacca. Conoscendo la misura del proprio dito e delle falangi in cm, sottraendo la lunghezza del canale anale, si ottiene la profondità in cm del rettocele.( Fig. 6) Fig. 1.

Secondo il punteggio della Cleveland Clinic (CCS) ai vari parametri si danno 0..4 punti; nell'assistenza alla defecazione l'uso di lassativi / supposte / perette vale 1, clisteri / digitazioni 2, il secondo punteggio esclude il primo; è possibile totalizzare 30 punti. (Fig. 7 ) Fig. 1

CCS modificato: aggiunta del parametro qualità di vita (QoL). Ogni parametro corrisponde a una lettera che sarà maiuscola per punteggi > 2. Al CCS si aggiunge il numero di lettere maiuscole e la QoL moltiplicata per il numero di medici consultati. (Fig. 8) Fig. 1

SINDROME DELL'ICEBERG: solo il 10-20% delle lesioni sta "sopra l'acqua" (rettocele, intussuscezione), tutto il resto è occulto pur condizionando l'evoluzione del caso. (Fig. 9 ) Fig. 1

L'incontinenza anale o fecale è multifattoriale, legata a sensibilità, caratteristiche delle feci, compliance del retto e substrato legamentoso pelvico, aspetti neuropsicologici del soggetto su cui può influire la riabilitazione, come pure la NMS. (Fig. 10 ) Fig. 1

VISITA


La posizione laterale sinistra espone bene il perineo.

All'esplorazione rettale si possono apprezzare l'estensione e la circonferenza del canale anale, l'anello ano-rettale, la linea pettinea, la presenza di residui di sangue, muco, pus.

Arcuando il dito verso il coccige e l'apparato legamentoso si esplora il pavimento pelvico, l'elevatore dell'ano, la fionda del pubo-rettale con le sue branche laterali, la giunzione anorettale, il cavo di Douglas, l'angolo tra canale anale e retto (circa 90°), la presenza del riflesso anale (un colpo di tosse evoca una contrazione involontaria), la prostata o il collo dell'utero.
( Fig.11, 12) Fig. 1


TEST DELLA SFERA SOLIDA


Permette una valutazione oggettiva della dissinergia del pavimento pelvico. Un dinamometro misura la resistenza all'estrazione e quindi, di fatto, la forza sfinterica in contrazione e la capacità degli sfinteri di rilasciarsi al ponzamento. Se il valore in spinta è maggiore rispetto alla contrazione volontaria c'è evidentemente una dissinergia con contrazione paradossa o inversione di comando.


STUDIO DEI TEMPI DI TRANSITO

Serve a distinguere la stipsi da transito rallentato rispetto a quella da defecazione ostruita e l'eventuale sede del rallentamento. L'obiettività del test è relativa in quanto il transito colico è influenzato anche da condizioni psicologiche.

Si effettua attraverso l'assunzione quotidiana di 10 marcatori radiopachi, cui segue la defecazione giornaliera: nel transito normale all'11° giorno all'RX sono visibili solo marcatori degli ultimi 2-5 gg; nel transito alterato c'è la persistenza di più di 50 marcatori; se la zona di accumulo è tutto il grosso intestino, la stipsi è da transito globale rallentato, se la zona di accumulo è nel retto, la stipsi è da defecazione ostruita.
( Fig.14, 15, 16, 17) Fig. 1


ERICA STOCCO - GIUSEPPE DODI
Clinica Chirurgica II, Università degli Studi di Padova